Amaroni, l’ultimo paese prima Petrizzi.
Sono arrivato durante il pomeriggio. Luca, un ragazzo di una quindicina d’anni, mi fa vedere dove dormirò.
È in un’altra casa vicina di casa sua.
Partendo, mi da appuntamento il giorno dopo dai suoi genitori per la prima colazione.
Sua madre propone di fare così perché è più semplice.
Nessun problema per me.
Il giorno dopo, mi presento da Luca e sua madre mi fa entrare.
Mi spara un “Hallo” che sa di Sarine (La Sarine è il fiume che divide le regioni linguistiche francese/tedesco in Svizzera)
Mi dice che si chiama Rea, che ha traslocato ad Amaroni 30 anni fa con il suo marito, originario del villaggio calabrese.
All’epoca, voleva lasciare la sua città natale: Lucerna.
Dopo circa 1900 chilometri, in cerca d’Italia, di dialetto, di radici e d’identità, mi ritrovo a parlare svizzero tedesco (piuttosto tedesco per me) alle 8.00 di mattina il giorno nel quale dovrei arrivare a Petrizzi.
Beffa perfetta del cammino che accetto volentieri. Rido, divertito dal destino. Il mio zaino è già sulle spalle, mi precipito verso Petrizzi.
Le destin est LA surprise qu’on attend jamais…
Ja gell? 😉